La Bertelsmann Foundation è una di quelle fondazioni che da tempo professano i benefici di una moneta unica quale l’euro.
Ha fitti legami con la Rockfeller Foundation e la Bill & Melinda Gates Foundation, fondazioni con le quali si scambiano donazioni da milioni di dollari, anche allo scopo di evadare il fisco.
La Bertelsmann Stiftung è una fondazione operativa privata con sede a Gütersloh, in Germania. Da quando è stata fondata nel 1977 la Bertelsmann Stiftung ha investito oltre 800 milioni di euro in più di 700 progetti.
Oggi è una delle più grandi fondazioni in Germania e nel mondo. La Bertelsmann Stiftung è l’azionista di maggioranza della Bertelsmann AG, una società globale con oltre 100mila dipendenti in più di 50 paesi, una delle più importanti aziende mondiali nel settore dei media.
Il suo fondatore è Reinhard Mohn, ex-nazista, scomparso nel 2009 all’età di 88 anni e considerato anche da Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio personale di oltre 2,5 miliardi di dollari.
Le ricerche commissionate e pubblicate dalla Bertelsmann hanno una sola priorità: promuovere l’ideologia secondo cui la moneta unica sia cosa buona e giusta e porterebbe solo a risultati positivi.
Proprio nel 2013 la Bertelsmann Foundation ha commissionato alla Prognos AG (società di ricerca economica) uno studio in cui si dimostrano i benefici dell’euro. “L’adesione della Germania nella unione monetaria riduce i costi per il commercio internazionale e lo protegge da forti fluttuazioni dei tassi di cambio,” sono le parole di Aart De Geus, presidente e amministratore delegato della Fondazione Bertelsmann, pronunciate durante la conferenza stampa annuale della fondazione in Gütersloh.
Ovviamente tale studio ignora totalmente gli effetti nefasti che ha portato l’euro nelle economie dei paesi aderenti: dalle politiche di austerità che hanno condotto al blocco dei consumi e della spesa pubblica, all’aumento dei debito pubblico, aumenti della disoccupazione e ai diversi diktat imposti dalla troika (Ue, BEC e FMI) ai governi degli Stati membri, ignorando di fatto il potere popolare.
“Una Europa senza l’Euro sarebbe caduta a pezzi politicamente come bene e sarebbe come un giocatore perdente in una competizione internazionale“, ha detto Aart De Geus. “Per garantire la prosperità economica e la stabilità, abbiamo finalmente bisogno di rimuovere i deficit di efficienza e legittimazione, il che significa che l’attuale unione monetaria deve essere sviluppata ulteriormente in un’unione economica, sociale e politica. Solo allora la moneta comune potrà garantire la crescita, la ricchezza e l’occupazione in tutta Europa “.
Ha fitti legami con la Rockfeller Foundation e la Bill & Melinda Gates Foundation, fondazioni con le quali si scambiano donazioni da milioni di dollari, anche allo scopo di evadare il fisco.
La Bertelsmann Stiftung è una fondazione operativa privata con sede a Gütersloh, in Germania. Da quando è stata fondata nel 1977 la Bertelsmann Stiftung ha investito oltre 800 milioni di euro in più di 700 progetti.
Oggi è una delle più grandi fondazioni in Germania e nel mondo. La Bertelsmann Stiftung è l’azionista di maggioranza della Bertelsmann AG, una società globale con oltre 100mila dipendenti in più di 50 paesi, una delle più importanti aziende mondiali nel settore dei media.
Il suo fondatore è Reinhard Mohn, ex-nazista, scomparso nel 2009 all’età di 88 anni e considerato anche da Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio personale di oltre 2,5 miliardi di dollari.
Le ricerche commissionate e pubblicate dalla Bertelsmann hanno una sola priorità: promuovere l’ideologia secondo cui la moneta unica sia cosa buona e giusta e porterebbe solo a risultati positivi.
Proprio nel 2013 la Bertelsmann Foundation ha commissionato alla Prognos AG (società di ricerca economica) uno studio in cui si dimostrano i benefici dell’euro. “L’adesione della Germania nella unione monetaria riduce i costi per il commercio internazionale e lo protegge da forti fluttuazioni dei tassi di cambio,” sono le parole di Aart De Geus, presidente e amministratore delegato della Fondazione Bertelsmann, pronunciate durante la conferenza stampa annuale della fondazione in Gütersloh.
Ovviamente tale studio ignora totalmente gli effetti nefasti che ha portato l’euro nelle economie dei paesi aderenti: dalle politiche di austerità che hanno condotto al blocco dei consumi e della spesa pubblica, all’aumento dei debito pubblico, aumenti della disoccupazione e ai diversi diktat imposti dalla troika (Ue, BEC e FMI) ai governi degli Stati membri, ignorando di fatto il potere popolare.
“Una Europa senza l’Euro sarebbe caduta a pezzi politicamente come bene e sarebbe come un giocatore perdente in una competizione internazionale“, ha detto Aart De Geus. “Per garantire la prosperità economica e la stabilità, abbiamo finalmente bisogno di rimuovere i deficit di efficienza e legittimazione, il che significa che l’attuale unione monetaria deve essere sviluppata ulteriormente in un’unione economica, sociale e politica. Solo allora la moneta comune potrà garantire la crescita, la ricchezza e l’occupazione in tutta Europa “.
Perchè una fondazione europea, finanziata da una fondazione americana si ostina a promuovere questi studi, nonostante la realtà economica sia del tutto differente da quella professata?
Con l’attuale scenario politico ed economico non è difficile intuire la risposta. L’Europa è una colonia degli Stati Uniti: l’obiettivo di elogiare l’unione monetaria europea viene perseguito allo scopo di realizzare al più presto un’unione politica, in cui il potere decisionale dei singoli governi verrebbe totalmente annullato, ancora più drasticamente di quanto non lo sia già. L’ormai irreversibile crisi dell’euro perdurerebbe nonostante l’Unione politica europea.
A questo punto le soluzioni da adottare sarebbero due:
1) un ritorno alle valute nazionali, piano scongiurato con ogni mezzo politico, mediatico ed economico dalla troika e dall’oligarchia bancaria;
2) l’adozione del dollaro come moneta unica europea. In tal modo il dollaro diverrebbe l’unica valuta circolante sia in Europa che negli USA, rimarcando definitivamente l’egemonia americana negli affari del vecchio continente.
A questo punto le soluzioni da adottare sarebbero due:
1) un ritorno alle valute nazionali, piano scongiurato con ogni mezzo politico, mediatico ed economico dalla troika e dall’oligarchia bancaria;
2) l’adozione del dollaro come moneta unica europea. In tal modo il dollaro diverrebbe l’unica valuta circolante sia in Europa che negli USA, rimarcando definitivamente l’egemonia americana negli affari del vecchio continente.
Il “Progetto per un nuovo secolo americano” o PNAC (Project for the New American Century), istituto di ricerca con sede a Washington (tra i suoi fondatori ricordiamo Dick Cheney e Donald Rumsfeld) creato allo scopo di promuovere “La leadership globale americana” in tutto il mondo, già dal lontano 1997 ipotizzava un progetto del genere, in cui gli Stati Uniti avrebbero governato sul mondo intero attraverso l’adozione di una sola moneta, un solo esercito, un solo governo. In maniera inesorabile, passo dopo passo, con la complicità dei mass-media (che io definisco i cosiddetti “i guitti del sistema“) e sotto gli occhi di inermi cittadini, tutti i requisiti si stanno verificando affinché l’egemonia americana si manifesti sempre di più in Europa come nel resto del mondo.
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