Premessa In questo articolo vogliamo prendere in considerazione quello che succederebbe in seguito alla dichiarazione di default da parte di un Paese facente parte dell’Eurozona. Ci limiteremo a questo ambito sia per ragioni di semplicità, sia poiché esso rappresenta la realtà più vicina a noi.
Che cos’è il default? Il default (o “bancarotta”) è il fallimento di un Paese. Uno Stato può fallire come una qualsiasi azienda, con la sola differenza che, dopo il fallimento, lo Stato non può “chiudere i battenti”, cosa che invece avviene nel caso delle aziende.
Qual è la causa del default? Il default nasce da una mancanza di liquidità nelle casse dello Stato. Tale mancanza di liquidità può derivare da una miriade di cause secondarie che vanno dal malgoverno alla crisi di un intero sistema economico.
Come si dichiara il default? Questo è interessante, spesso lo Stato che va in default non ha proprio bisogno di dichiarare nulla. Questo perché, normalmente, il default di uno Stato è sancito dal mercato obbligazionario. Con ciò intendiamo che, un Paese avente scarsa liquidità in cassa, sarà un Paese che avrà problemi a collocare titoli di Stato sul mercato. In conseguenza di questi problemi, ci sarà una forte contrazione della domanda di titoli che porterà ad un’esplosione verso l’alto dei relativi tassi di rendimento (per intenderci, la Grecia ha avuto rendimenti vicini al 25% nella fase più nera della crisi, un tasso davvero altissimo). In ogni caso, attestata l’insufficienza di liquidità in cassa, lo Stato dichiara (attraverso il Governo, accordatosi con la BCE (Toronto:BCE.TO - notizie) e l’UE) il proprio default. Quello che dovete sapere è, però, che nel 99% dei casi i mercati finanziari ci dicono che uno Stato è fallito ben prima di questa dichiarazione ufficiale.
Che tipi di default esistono? Ne esistono tanti, perché sono molte le invenzioni finanziarie messe storicamente in campo in questo contesto. Fondamentalmente, però, distinguiamo due tipi di default: 1. Default Totale (lo Stato non pagherà nemmeno un centesimo di tutti i suoi titoli di debito sparsi per il Mondo) 2. Default Parziale o “Haircut” (lo Stato non rimborserà solo una parte del suo debito pubblico ai creditori) Quali sono le conseguenze del default? Difficile dirlo. Ci sono stati diversi casi nella Storia Economica Mondiale, ma non è possibile trovare due casi uguali tra loro. Possiamo però fare diverse ipotesi generali, andiamo in ordine cronologico: immaginiamo che uno Stato dell’Eurozona dichiari default.
1) Tentativi di vendita folle dei titoli di Stato del Paese fallito Il problema qui è che sarà ormai impossibile trovare qualcuno che compri. Sicuramente qualche folle che aveva posizionato ordini di acquisto nel mercato secondario dei titoli prima della dichiarazione ufficiale di default ci sarà, ma saranno davvero pochi. La verità è che chiunque dovesse avere in mano titoli di debito di uno Stato fallito, difficilmente riuscirà a salvare il proprio investimento.
2) Probabili multe e dazi a livello comunitario Europeo Non penserete mica che il default sarà fatto passare così facilmente dai nostri amici di Bruxelles ? No, chiunque avrà in mano titoli dello Stato fallito e avrà un po’ di potere in Europa farà in modo che il Paese defaultato paghi molto cari i suoi errori. E da qui arriveranno multe stratosferiche, e, ancora peggio, dazi doganali e altro.
3) Probabile (auspicabile) uscita dall’Euro Bisognerà uscire dall’Euro. Come mai ? Perché il fallimento di un Paese porta sfiducia sui mercati e, se c’è sfiducia, è impossibile ottenere finanziamenti (esattamente come accade per le aziende). Se uno Stato come la Spagna andasse in default, ad esempio, la sfiducia passerebbe da Madrid all’intera Eurozona, considerata incapace di mantenere i propri impegni con i mercati in quanto responsabile del default. La Spagna dovrebbe adottare una moneta nazionale (diciamo che sarebbe spinta a prendere questa decisione da Bruxelles), in questo modo l’Eurozona e l’Euro ne uscirebbero più “puliti” e questo limiterebbe l’ondata di sfiducia sulla moneta unica (che rischierebbe una forte svalutazione altrimenti, visto che molti investitori vorrebbero liberarsi degli Euro, se possibile).
4) Adozione di una moneta nazionale, con tutti i pro ed i contro La Spagna adotta così una moneta nazionale. Tale moneta avrà, come sempre, un cambio flessibile (ovvero il suo valore sarà determinato sul mercato). Diciamo che Sabato si decide di tornare alla peseta, Lunedì che cosa accadrà ? Sicuramente, una volta fissato il valore iniziale della nuova valuta dal Governo, i mercati valutari svaluterebbero pesantemente la peseta, poiché considerata di scarso valore.
Tenete presente poi che saranno molti gli Spagnoli che vorranno ritirare i propri risparmi dalle banche in questa fase, poiché sanno che i loro conti bancari saranno convertiti in pesetas, ovvero una moneta debole che non vorrà più nessuno. Per evitare questo panico (con rischio di fallimento delle banche), lo Stato dovrà chiudere tutte le filiali bancarie per diversi giorni.
Una volta stabilizzatasi ad un valore ridimensionato e nettamente inferiore a quello dell’Euro, la peseta non creerebbe più problemi, tornerebbe la calma sui mercati finanziari. Il problema a questo punto sarebbe l’economia reale: mentre l’export andrebbe molto bene (in quanto la nostra moneta sarebbe molto debole e dall’estero sarebbe conveniente comprare la nostra merce a prezzi irrisori), l’import incasserebbe una grossa batosta (perché la nostra moneta è troppo debole per permetterci di comprare beni esteri, dalle auto Tedesche agli iPhone Americani). La Spagna tornerebbe così a dedicare risorse alla produzione interna e, nel giro di qualche anno (qualcuno parla di almeno un decennio), l’economia potrebbe anche ritornare a crescere, ma intanto avremmo perso almeno 10 anni, che non sono pochi.
5) Terribili conseguenze umane E qui l’economia deve fare un passo indietro: è difficile quantificare le conseguenze umane del default di un Paese. Pensiamo sempre al recente caso dell’Argentina: lì le banche furono chiuse per qualche giorno, e in quel periodo il tasso di omicidi si impennò spaventosamente. Non parliamo poi della chiusura di imprese incapaci di rendersi credibili sul mercato, o incapaci di importare beni fondamentali (pensate solo alla benzina) per il loro processo produttivo.
6) Stampare moneta non basterebbe Toglietevelo dalla testa, non basterebbe stampare moneta per creare ricchezza e rimediare al dramma del default. Il dramma c’è e va vissuto purtroppo. Come mai non basta stampare moneta ? Perché il rischio è semplicemente quello di stampare moneta senza produrre ricchezza, scatenando l’inflazione (che diventerebbe iperinflazione) e creando enormi problemi per ogni cittadino, che si troverebbe di fronte a prezzi in crescita spropositata anche da un giorno all’altro.
Conclusioni Il default va temuto, ma occorre essere preparati. Cercate di individuare la possibilità di un default guardando i tassi sui mercati obbligazionari (dunque il famoso “spread”). Se il default deve esserci, ci sarà, statene certi e mettetevi l’anima in pace: l’importante è arrivare preparati, cercando solo di limitare i danni, ad esempio con investimenti in valute estere.
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