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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

DNA,PROGETTO ALIENO

Un messaggio alieno è codificato nel nostro DNA? È questa la rivoluzionaria conclusione dello studio di due scienziati kazaki. L’analisi della struttura del DNA mostra sorprendenti analogie con un linguaggio complesso di tipo artificiale. È quello il luogo dove possiamo cercare l’origine aliena della razza umana? La risposta se siamo soli nell’universo potrebbe essere proprio sotto il nostro naso, o, più letteralmente, all’interno di ogni cellula del nostro corpo. I nostri geni potrebbero nascondere il “timbro del produttore” intelligente al loro interno, codificatovi eoni fa altrove in qualche luogo del cosmo. Tale “griffe” sarebbe un timbro indelebile di una maestra civiltà aliena che ci ha preceduto di milioni o miliardi di anni. Il suo lascito finale si sarebbe diffuso nella Via Lattea “a immagine e somiglianza” biologica. È quello che hanno ipotizzato lo scorso mese di marzo due scienziati kazaki, il matematico Vladimir I. shCherbak dell’Università Nazionale del Kazakistan

IN UN ANTICO DISCO MINOICO I SEGRETI DEL DNA

Dopo decenni di tentativi da parte di archeologi e studiosi, il Disco di Festo ha finalmente il suo decifratore. La giovane ricercatrice Barbara Gagliano, autrice del libro: “ Il Disco di Festo: Chiave delle malattie genetiche ”, racconta la straordinaria avventura vissuta attraverso il lavoro di decodifica del prezioso reperto di origine minoica. Per comprendere l’importanza del Disco di Festo e della sua misteriosa conoscenza – ci spiega Barbara – dobbiamo addentrarci nel genoma umano e cercare di comprendere come funziona il nostro DNA. L’acido desossiribonucleico (ovvero il DNA) è formato da due nucleotidi, cioè due stringhe/filamenti. Nel nostro disco di Festo i due filamenti vengono rappresentati uno su ogni lato. Questi due nucleotidi a forma di spirale sono la rappresentazione materiale delle forze Yin e Yang, il maschile e il femminile, che si muovono con polarità opposte. I nostri antenati, come se avessero utilizzato una grande lente di ingrandimento, hanno fotografato

GLI "AIUTI" ALLA GRECIA? SE LI SONO PAPPATI LE BANCHE

      Da quando nel 2010 è esploso il bubbone della crisi greca son stati versati circa 200 miliardi di aiuti agli altri paesi. Nonostante questi 200 miliardi di aiuti la situazione della Grecia è sempre peggiore. Già, 200 miliardi di Euro di “aiuti” e nessun cambiamento. Ma dove sono andati a finire tutti questi soldi? Se l’è chiesto   “ATTAC”   e i risultati dello studio dell’organizzazione sono stati alquanto impietosi. Il 77% degli “aiuti” alla Grecia sono finiti a banche e speculatori. Avete capito bene, la quasi totalità dei 200 miliardi di aiuti versati alla Grecia, tra cui diversi miliardi spesi dall’Italia, è finita a ingrassare le tasche di banchieri e speculatori. Nel dettaglio,   vediamo che fine han fatto i soldi dei “salvataggi” 58,2 miliardi (28,13%) sono stati utilizzati per ricapitalizzare le banche greche 101,3 miliardi (49%) sono andati ai creditori dello stato greco (1). 55,4 miliardi sono stati utilizzati per ripagare le obbligazioni governative

SI PREDICA L'ABOLIZIONE DELLE PROVINCE PER NON CERCARE I VERI PROBLEMI

Il risparmio pubblico derivante dall’abolizione delle province sarebbe irrisorio anche nelle migliori delle ipotesi     L'economista Andrea Giuricin  (Austerity, su le tasse ma anche la spesa pubblica. In barba alla spending review) si esibisce nell’ennesima stanca, ritrita litania contro la mancata abolizione delle province. Ammette che si è tentato di far qualcosa per ridurre la spesa pubblica, come la riduzione dell 27% della spesa sulle auto blu. Ma, afferma che bisogna “essere chiari: i grandi sprechi sono altrove. Un esempio fra tutti. Il taglio delle Province, la cui eliminazione totale porterebbe a due miliardi di euro di risparmio all’anno.” Da un lato, è confortante osservare che il Giuricin si sia accorto che il “risparmio” sulla spesa per le auto blu è semplice populismo d’accatto. Anche perchè, ancora il Dipartimento della funzione pubblica per primo insiste nel convincere i cittadini che la spesa riguardi solo le vere auto blu, quelle con conducente che ac

INCHIOSTRO AL GRAFENE

      Inchiostro al grafene pronto per le stampanti ink-jet I ricercatori della Northwestern University dell’Illinois hanno creato un tipo di inchiostro al grafene  utilizzabile nelle stampanti a getto d’inchiostro. Insieme alle sue altre qualità, il grafene è noto per essere altamente conduttivo , meccanicamente flessibile , e chimicamente stabile . Ciò significa che, strati sinuosi e relativamente sottili del materiale potrebbero essere utilizzati per formare circuiti su una vasta gamma di materiali . Mentre altri studi hanno cercato di creare circuiti stampati in grafene , l’inchiostro della Northwestern University è risultato essere 250 volte più conduttivo di qualsiasi altra cosa sviluppata con tali sforzi. Al fine di raccogliere un numero sufficiente di fogli dello spessore di un atomo di carbonio legati in modo tale che noi conosciamo come grafene, gli scienziati hanno già usato materiali come la grafite. Ciò richiede un processo di ossidazione, tuttavia, tale

LA FONDAZIONE CHE AMA L'EURO,MA ANCORA DI PIU' IL DOLLARO

La   Bertelsmann Foundation   è una di quelle fondazioni che da tempo professano i benefici di una moneta unica quale l’euro. Ha fitti legami con la   Rockfeller Foundation   e la   Bill & Melinda Gates Foundation , fondazioni con le quali si scambiano donazioni da milioni di dollari, anche allo scopo di evadare il fisco. La Bertelsmann Stiftung è una fondazione operativa privata con sede a Gütersloh, in Germania. Da quando è stata fondata nel 1977 la Bertelsmann Stiftung ha investito oltre 800 milioni di euro in più di 700 progetti. Oggi è una delle più grandi fondazioni in Germania e nel mondo. La Bertelsmann Stiftung è l’azionista di maggioranza della Bertelsmann AG, una società globale con oltre 100mila dipendenti in più di 50 paesi, una delle più importanti aziende mondiali nel settore dei media. Il suo fondatore è   Reinhard Mohn , ex-nazista, scomparso nel 2009 all’età di 88 anni e considerato anche da Forbes tra gli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio perso

IL PREZZO DELLA VERITA'

Ex N.2 delle forze armate USA, il gen. Cartwright è accusato di spionaggio: avrebbe informato il   New Yok Times   sulla guerra segreta contro l’Iran. Ex comandante della forza di dissuasione USA, ex vice capo di stato maggiore interarmi, ex consigliere militare del presidente Obama, il generale Cartwright è accusato di spionaggio: avrebbe fatto trapelare verso il New Yok Times delle informazioni sulla guerra segreta contro l’Iran in modo da prevenire una guerra inutile. I funzionari statunitensi, civili o militari, che affrontano minimo 30 anni di reclusione per aver rivelato alla stampa segreti di Stato USA, sono dei   «lanciatori d’allarme»   che esercitano un contropotere in un sistema democratico oppure dei «resistenti all’oppressione» di una dittatura militare-poliziesca? La risposta a questa questione non dipende dalle nostre proprie opinioni politiche, ma dalla natura dello Stato rappresentato dagli USA. Questa risposta cambia totalmente se ci si concentra sul caso di Br

L'ULTIMA RIVELAZIONE DI EDWARD SNOWDEN

    A 40 km a sud di Salt Lake City c’è Camp Williams, presidio e poligono della Guardia Nazionale dello Stato dello Utah. L’ex campo d’aviazione della guarnigione e il terreno circostante (600 kmq) sono stati presi dalla NSA ( National Security Agency ), che ha iniziato la costruzione del primo centro di trattamento dei dati del programma CCNCI ( Community Comprehensive National Cybersecurity Iniziative ), sulla base del decreto segreto NSPD-54/HSPD-23 firmato nel gennaio 2008 dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush ( Homeland Security Presidential Directive 23 ). In base a questo decreto, gli obiettivi della CCNCI sono: lo sviluppo di una strategia volta a scoraggiare cyber-interferenze e cyber-attacchi contro gli Stati Uniti, il rafforzamento della prima linea di difesa contro la penetrazione delle reti governative degli Stati Uniti ‘attraverso un meccanismo di prevenzione’, la difesa degli Stati Uniti nei confronti delle minacce poste dallo spionaggio estero e, infin

IL SEGRETO BANCARIO E LA FUGA DELLE BANCHE PRIVATE DALLA SVIZZERA

Addio Lugano bella , cantava quella vecchia canzone popolare. Nonostante sia stata (momentaneamente) bocciata dal Parlamento elvetico la Lex Usa , la proposta di legge sul segreto bancario che avrebbe garantito il trasferimento delle informazioni dei contribuenti statunitensi al governo americano - per scoprire chi è che evade il Fisco - gli occhi sulla Svizzera restano puntati. E la faccenda non piace a molti istituti bancari, in particolare privati, che stanno abbandonando il più famoso dei paradisi fiscali. Secondo gli ultimi dati dell' Association of Foreign Banks in Switzerland , dal 2012 a maggio 2013 il numero di banche private straniere nella Confederazione è diminuito , passando da 145 a 129. Un fuggi fuggi generale che ha colpito soprattutto il Ticino . A invertire la rotta c'è sicuramente il dibattito avviato sul segreto bancario, ma non solo. I dati dimostrano che a fuggire non sono i grandi colossi finanziari, come Societé Generale, Credit Agricole, Ab